dal blog di sergio falconePrimo maggio, giornata di lotta contro il lavoro.*
dal blog di sergio falconePrimo maggio, giornata di lotta contro il lavoro.*
Nanni Balestrini: «tutto in una volta»
: INVITO al teatro Villoresi di Monza : IL BANCHIERE DI DIO, ore 20.45, lunedi 6 maggio, con Corrado Accordino, Enrico Roversi, Alessia Vicardi
Cari Amici,vi aspettiamo LUNEDI 6 maggio alle ore 20.45 al TEATRO VILLORESI nel cuore del cuore di Monza per : il banchiere di Dio, di e con Corrado Accordino, Enrico Roveris, Alessia Vicardi, musiche dal vivo Alberto Turra ( chitarra) e Sarah Demagistri (voce) INGRESSO LIBEROAlla fine dello spettacolo potremo dialogare insieme sul senso di questo nostro lavoro, un tema che affianca quello dei precedenti incontri ( Sentieri per l’Infinito: spiritualità ed economia ) dove il punto focale è stato su un necessario e nuovo sguardo al nostro essere umani, dove lo Spirito possa nuovamente risvegliarci, riarticolando i molti ambiti della nostra vita, dove politica spiritualità economia sono inseparabili e dove anche il danaro è energia creativa e trasformativa.Protagonista di questa storia – nella drammaturgia di Corrado Accordino e liberamente tratta dal libro di Yunius“il banchiere dei poveri”- è appunto Muhammad Yunus,economista del Bangladesh e premio Nobel per la pace nel 1996, ideatore e realizzatore del microcredito, un sistema di piccoli prestiti destinati ai più poveri tra i poveri, a coloro che non potevano accedere ai crediti dei circuiti bancari tradizionali per la loro condizione di miseria.E’ una storia che oggi potrebbe, seppure in modo differente, essere anche la nostra.Yunius ci insegna “la disobbedienza creativa”, qualità dello Spirito, ma la cura dovrà essere nuova e nostra , edè proprio di questa cura che abbiamo tentato di parlare in questo ciclo di incontri.Aspettandovi numerosi Vi lascio con una domanda:davvero la povertà è una condizione in cui si nasce e da cui è impossibile uscire,o non è piuttosto una prigione in cui noi stessi ci condanniamo perché incapaci della trasformazione a cui siamo– qui e ora – tutti chiamati?
Patrizia Gioiacuratrice SpazioStudio13
un particolare ringraziamento a ProCultura/Fondazione Arbor/SpazioStudio13
Officinapoesia Sito 30 aprile 9.43.24 Sandro Penna, Prima dell’albaPubblichiamo un brano inedito dai diari di Sandro Penna, nella trascrizione di Roberto Deidier (Archivio Sandro Penna, Serie II, fasc. 4, 1939e).
“Ho notato, in uno o due, il piccolo segno su i calzoni. Una cosa innocente, naturale. Lontano da un tempo. Lontano si lascia adesso correre, non ne rivedo il viso. In “piazza Vittorio” trovo i soliti capitelli, colonne spezzate sul vasto terreno delle aiuole. Ma Roma non ci parla che di questo? Ed io osservo.”
http://www.nuoviargomenti.net/poesie/prima-dellalba/
Prima dell’alba – Nuovi Argomenti
http://www.nuoviargomenti.net Sono uscito all’alba, dopo tanto tempo. Roma mi sembrava un’altra città, solo per aver io cambiato a…
IL SEGNALE
E’ un segnale non scritto, un incantesimo,
l‘incontro di due sguardi. A volte solo
un sorriso che altri non capiscono.
Un gioco che comincia, il misterioso
volo di un angelo.Spesso finisce
come un sogno interrotto. Ma rimane
un sapore,un profumo,un desiderio.
Così lo chiami amore Ma sai solo
che è il momento di inventare un codice
per traversare il desiderio. Quando
il gesto e la parola già si intrecciano
nell’esser più vicini, e sai per certo
che qualcosa accadrà.
Gli amici
Gli amici della prima giovinezza
erano due, il primo della classe
e il bello della scuola, fortunati
nella vita e in amore. Io ero goffo
ma godevo del loro saper fare,
imparando qualcosa tutti i giorni,
senza invidia ma con naturalezza
accettato dalle loro ragazze.
Forse il merito fu della poesia,
del mio sapere scrivere qualcosa
di diverso, della strana allegria
che contagiava uno stare al mondo
senza rancori e senza stare in posa.
Le prime sbronze alle feste da ballo
con dei liquori dolci e lo speciale
assenso di complicità ballando
se lei ci stava e si stringeva stretta,
era segreta la prova del nove.
Piccoli giochi, libertà sessuale
sul corridoio o sul balcone quando
faceva il primo buio della sera.
Uno di noi di guardia e l’altro fuori
ecco la storia di quei primi amori.,
Ci sono angoli e strade che ritornano
nella memoria della vita, i luoghi
che valgono in segreto a recitare
il miracolo di una lieta festa:
qui ti ho baciata e fu la tua resa,
lì mi sono ubriacato con gli amici,
una chitarra che suonò per noi.
Forse è così per tutti, un improvviso
Squarcio della mente, il senso pieno
Di una intera vita si condensa,
il fantasma ritorna e lancia un grido
e tutto ricomincia e poi si ferma.
Fermo a un semaforo, la breve pausa
Prima di attraversare, quella donna
Che sta di fronte a me io la conosco,
il saluto lontano di un amico
che sai morto e ti aspetta con quell’auto,
la libreria del corso, i fiori e un bacio:
Il pudore inibisce, come spiego
a chi ho accanto che non ne sa nulla
che un fantasma ci tiene compagnia?
“ Sempre caro mi fu ques’ermo colle..”
Le piccole visioni, quasi un flash,
con le chiavi di un codice segreto,
poi la vita continua, altre parole,
nuovi incontri ed il tempo ricomincia
il suo ballo alla giostra della vita.
ANCORA UNA VOLTA IL CONTO NON TORNA
Ancora una volta il conto non torna,
manca qualcosa che non prevedevi:
come quel sasso caduto di mano
quando dovevi colpire il lampione.
In fondo è come perdere il treno
e subito dopo restare a disagio,
mille pensieri che vengono a galla
mentre sei triste come una statua.
Il medico dice che è esaurimento,
“ Prenda le pillole e torni tra un mese”.”
“Si tratta di donne?” chiede l’amico
vedendo che fumi senza intervallo.
“Io so che cos’è, ti manca la fede”
ti dice quel prete incontrato per sbaglio,
“ Vieni a trovarmi e parliamo di Dio”
e subito hai voglia di ridergli in faccia.
Arrivi e partenze. Risate nervose
prima del saluto con cui ci si lascia.
Stanchezza d’amore, pena di sempre.
Impossibilità di essere normale.
Trovarsi in un posto mai visto prima
sapendo di colpo di esserci stato.
Il tempo ritorna sui suoi passi
e la memoria è come un pozzo.
Domani però sarà qualche sguardo
di donna curiosa a far trasalire,
sarà la speranza che è dura a morire
e il sogno perduto che emerge dal buio.
Sarà per scommettere o per giocare
o forse sarà solo il sangue che pulsa.
Umana avventura, sogno di una cosa,
ricerca di un’isola che non c’è.
una strana parola sussurrata
che quando la pronunzi a modo giusto
apre le porte e sboccia come un fiore,
a volte si nasconde imbarazzata
poi ricompare con tutto il suo gusto
ed esplode nel gioco dell’amore
il morale, la terra, l’univers
e tutto quanto diviene diverso.
Majakowski ha detto senza paragoni
che la sua è una nuvola in calzoni
ma ne ha parlato anche Che Guevara
quando disse bisogna essere diri
ma senza perdere la tenerezza
Può incomprendere anche atti impuri
ma non dimenticare la parola
perchè se pensi alla rivoluzione
ecco che ricompare come in sogno,
se credi di poterne fare a meno
poi scopri che ne hai sempre bisogno
Partigia
Dove siete, partigia di tutte le valli,
Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse?
Molti dormono in tombe decorose,
quelli che restano hanno i capelli bianchi
e raccontano ai figli dei figli come,
al tempo remoto delle certezze,
hanno rotto l’assedio dei tedeschi
là dove adesso sale la seggiovia.
Alcuni comprano e vendono terreni,
altri rosicchiano la pensione dell’Inps
o si raggrinzano negli enti locali.
In piedi, vecchi: per noi non c’e’ congedo.
Ritroviamoci. Ritorniamo in montagna,
lenti, ansanti, con le ginocchia legate,
con molti inverni nel filo della schiena.
Il pendio del sentiero ci sarà duro,
ci sarà duro il giaciglio, duro il pane.
Ci guarderemo senza riconoscerci,
diffidenti l’uno dell’altro, queruli, ombrosi.
Come allora, staremo di sentinella
perché nell’alba non ci sorprenda il nemico.
Quale nemico? Ognuno e’ nemico di ognuno,
spaccato ognuno dalla sua propria frontiera,
la mano destra nemica della sinistra.
In piedi, vecchi, nemici di voi stessi:
La nostra guerra non e’ mai finita.